Castrocaro Terme - Guida Turistica

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La Fortezza
(Via Fortezza - Visitabile - tel 0543-767273)
 Dopo oltre un decennio di lavori di restauro effettuati dall'Amministrazione Comunale, si è aperta nell'anno 2000 per la prima volta al pubblico la Fortezza medievale di Castrocaro Terme, affidata in gestione alla Pro Loco di castrocaro.
  Pressoché sconosciuta al grande pubblico per la sua prolungata inagibilità, è invece considerata dagli esperti uno dei più significativi esempi di architettura fortificata composita, dove gli ampliamenti strutturali, succeduti nel tempo, si sono adattati alle esigenze belliche e alla morfologia del terreno. 
 Nel punto in cui la valle del Montone si allarga gradatamente per aprirsi nella pianura forlivese si erge la rupe di Castrocaro, con il caratteristico sky-line marcato dalla imponente Fortezza. Da circa un millennio il grande maniero, eretto sullo sperone roccioso che ne ha fatto un affascinante e originale soggetto panoramico, vigila sul sottostante paese. Integrata con il paesaggio la Fortezza pare completare il disegno e la fisionomia della rupe, con la quale è diventata un’unica entità. I colori e i materiali si sono legati tra loro; gli ampliamenti strutturali  succeduti nei secoli del medioevo e del rinascimento, hanno adattato le esigenze belliche alla morfologia del terreno. Ne è risultato un irripetibile connubio in cui l’architettura fortificata si è inscindibilmente legata all’ambiente circostante.
 Unica nel suo genere, per tipologia e ampiezza, la Fortezza di Castrocaro è composta da tre distinte opere architettoniche e difensive: il Girone, la Rocca e gli Arsenali Medicei. 
 Il Girone costituisce la parte più antica della Fortezza, ed è caratterizzato dalla presenza del Maschio, l’imponente e ardita torre con pianta pentagonale, alta 32 metri, che risale a prima del Mille, quando in questa località erano i confini militari e politici tra Longobardi e Bizantini. La prima notizia documentata della sua esistenza è del 1059. Fanno parte del Girone anche il Corpo di Guardia, la Cortina sud, la Cortina nord, la Cortina est e la Corte Alta, con il cosiddetto "pozzo a rasoi". 
 La Rocca non è altro che l’espansione due-trecentesca del Girone; comprende le Porte d'ingresso (la prima con ponte levatoio), il Cammino di Ronda, il Corpo di Guardia (protetto da un gigantesco portone corazzato),  la Piccola Corte (nella quale si aprono tre grotte trogloditiche, il pozzo-cisterna e due sale sotterranee: frigidario e camerone dell'aceto), la Corte Grande (con il pittoresco ulivo del sec. XVII e la Chiesa di Santa Barbara), la Cortina nord, la Cortina est, il Palazzo del Castellano, e la Torre delle Segrete (con la Terrazza panoramica e la Sala dei Tormenti). 
 Gli Arsenali Medicei rappresentano una straordinaria novità (oggi si direbbe un prototipo) nel campo dell’architettura fortificata rinascimentale. Furono gli architetti militari fiorentini a sperimentare alcune geniali soluzioni innovative nella costruzione degli Arsenali Medicei, ideate per adeguare le strutture fortificate alle sempre più potenti artiglierie. Caratterizzate dall'enorme muraglia in cotto, gli Arsenali Medicei, sono formati da tre vasti ambienti, il primo a cielo aperto, gli altri due con grandi volte a botte. Nella parete di fondo della terza è situato un grande e scenografico camino, e una vasca di raccolta dell'acqua potabile. Sotto ancora è il cosidetto sotterraneo della Fonte.  
 Dopo oltre quattro secoli di abbandono, solo la Rocca è stata dunque resa agibile, e affidata in gestione alla ProLoco di Castrocaro, che ha reso visitabili il  Palazzo del Castellano, il Cortile delle Armi, la Piccola Corte, la Corte Grande, la Chiesa di Santa Barbara, la Torre delle Prigioni, gli Spalti delle Bombarde, le Grotte trogloditiche. Nelle belle sale del Palazzo del Castellano, fresche di calce, la Pro Loco ha quindi allestito il Museo del Castello e una Esposizione storica Permanente, dal titolo  L'AQUILA LE CHIAVI IL GIGLIO, la millenaria storia della Fortezza di Castrocaro, ove sono esposte armi, maioliche, dipinti, arredi e suppellettili antiche. Nello stesso Palazzo la Proloco ha inoltre allestito l’Enoteca della Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì e Cesena.
Logge di Via Garibaldi
Furono edificate all'inizio del 1800 per ospitare il mercato della seta. Alla prima arcata del loggiato, il 18 agosto 1944, furono impiccati, dai fascisti, i capi partigiani Adriano Casadei e Silvio Corbari. Quest'ultimo, coraggioso e sfrontato, era famoso per le sue temerarie imprese. L'avvenimento è ricordato da una lapide.
Casa del Miracolo
(Via Giovanni Mini, 14) In questa casa, un tempo dimora dell'antichissima famiglia Corbizi, nel marzo del 1222 sostò S.Antonio da Padova. Si racconta di una Bibbia donata dal Santo alla nobile famiglia e di un'apparizione di Gesù Bambino avvenuta durante la notte. Una lapide posta all'ingresso del fabbricato ricorda l'avvenimento.
La Torre campanaria
(Via S.Giovanni alle Murate) E' un solido manufatto costruito sulle rovine di un'antica torre ubicata poco sotto la Rocca. Colpita da un fulmine il 21 giugno 1497 e distrutta per l'esplosione delle polveri contenute al suo interno, aveva svolto per lungo tempo la funzione di bastione difensivo. Trasformata successivamente in Torre dell'Orologio, ospita una campana di 13 quintali fusa nel 1841 dai fratelli Balestra di Cesena. Tra i castrocaresi è nota come il "Campanone".
 Il palazzo dei commissari (Via della Postierla) Ora Palazzo Giglioli, restaurato in questi ultimi anni. Fu dimora dei Capitani di giustizia e dei Commissari generali inviati da Firenze tra il 1500 e il 1579. Fu ampliato negali anni 1541/1542 dal Commissario generale Jacopo de Medici. Sopra l'ingresso è scolpito lo stemma mediceo con la corona granducale (1566).
 Palazzo Piancastelli (Via Garibaldi - Visitabile - tel 0543-767125) Costruito nel 1718 da Bartolomeo Conti su terreno di proprietà dei frati camaldolesi è stato ristrutturato in forme classiche nel 1938. Molto bello è l'ingresso con lo scalone. Oggi ospita la direzione generale delle Terme al piano superiore e il bar pasticceria Le Terme al piano inferiore.
Battistero di S.Giovanni
 (Via S.Giovanni alle Murate - Visitabile - Chiedere la chiave alla signora Lucia che abita di fronte all'ingresso del Club Alpini) Ubicato sulla salita che conduce alla Rocca, era l'edificio sacro a servizio del Castellano e della guarnigione. Ricordata come chiesa sin dal 1292, consolidato nel 1938, mostra, soprattutto nella parte superiore, evidenti segni di rifacimento. Recentemente è stato restaurato. All'interno: Vasca sarcofago, impiegata per le immersioni battesimali è in marmo d'Istria scolpito a bassorilievo. Datata tra il VII e VIII secolo d.C. venne trasferita in S.Giovanni nel 1500 dalla Pieve bizantina di S.Reparata.
 Chiesa conventuale di S.Francesco (Via Garibaldi - Visitabile dalle 9 alle 12 - tel 0543-767111) Intitolata ai santi Nicolò e Francesco anticamente fu la chiesa del convento francescano, menzionato il 23 aprile 1280 nel testamento di Raniero da Calboli, ma il tempio attuale risale al 1398. Subì ristrutturazioni radicali nel 1520 e nel 1932. Soppresso il convento nel 1783 la chiesa divenne parrocchiale. All'interno: Ancona della Crocifissione, nella prima cappella della navata di sinistra è visibile questa ancòna della Crocifissione attribuita alla scuola del Modigliani (1592) Pulpito, datato 1533 è realizzato in pietra arenaria riporta lo stemma di Filippo Valori. Madonna tra i Santi Sebastiano e Rocco, affresco, anonimo di scuola romagnola della seconda metà del XV secolo, proviene da S.Maria, la chiesa abbattuta della Confraternita Battuti Bianchi. S.Sebastiano, affresco, anonimo della metà del XV secolo, proviene da S.Maria, la chiesa abbattuta della Confraternita Battuti Bianchi. Madonna del Carmine, Pala d'altare, un olio su tela, realizzata dal pittore bolognese Carlo Cignani (1628-1719) Vergine in trono con Bambino tra S.Agostino e S.Antonio da Padova, dipinto su tavola, collocato nel coro. La tavola è sormontata da una lunetta con la Natività e sotto vi è un trittico con i 12 apostoli. L'opera (1506) è dell'insigne pittore forlivese Marco Palmezzano. La Visitazione di Maria Vergine a S.Elisabetta, pala d'altare, un olio su tela, del pittore ravennate Francesco Longhi (1611).
Il Parco delle Terme
(Viale Marconi - Visitabile - tel 0534-767122 oppure 767125) Nel parco, che ha un'estensione di circa 20 ettari con 16 chilometri di viali e sentieri, sono ubicati gli Stabilimenti termali; un tempietto per le bibite; un Padiglione dei Congressi (dove si svolge il famosissimo Concorso di voci nuove per la canzone) con varie sale per riunioni da 40 a 400 posti; il dancing Silvanella; il night club Lady More; una piscina a tre vasche con trampolino; un campo da baby golf.
 Casa paterna di Aristide Conti (Via Garibaldi) In questo fabbricato (ex Pensione Vittoria) il fondatore del centro termale di Castrocaro aprì nel 1871 uno stabilimento dotato di due soli camerini da bagno.
Terra del Sole
 Terra del Sole è una località del comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole
 Un centro storico rinascimentale che dal sole prende il nome, una "città ideale" fortificata, un microcosmo rispecchiante la perfezione e l’armonia del macrocosmo, una invenzione spaziale: ecco la Terra del Sole o "Eliopoli" (Città del Sole).
 Solo una città di nuova fondazione può vantare un preciso atto di nascita: è questo il caso di Terra del Sole. Concepita non come semplice fortilizio, ma come "città fortezza", un rettangolo bastionato con inscritto un abitato civile e militare, fu progettata e costruita dai migliori architetti del tempo: Baldassarre Lanci, urbinate, come architetto generale, il figlio Marino, il Camerini, il Buontalenti ed il Genga come suoi collaboratori e continuatori.
La cinta muraria
 Le mura, alte circa 13 metri, cingono la cittadella sviluppandosi su pianta rettangolare per 2 chilometri e 87 metri: ai quattro angoli i bastioni di Sant’Andrea, S. Martino, Santa Reparata, Santa Maria, formano un rettangolo con quattro bastioni ai vertici muniti di fianchi ritirati per il tiro radente incrociato di difesa delle cortine. Sui due lati brevi si aprono le porte della città: una verso Forlì e l'altra in direzione di Castrocaro, solo da quest'ultima era consentito l'accesso alla fortezza attraverso un complesso sistema che superava un ampio fossato con un ponte ad arcatelle, al quinto arco vi era un ponte levatoio di legno dotato di un meccanismo di sollevamento ed un cancello di ferro permetteva la chiusura notturna della Porta.
 Attorno alle mura fu lasciato un fossato, a spianata, di circa quaranta metri di profondità con un accenno di controscarpa, tuttora leggibile tra le coltivazioni che hanno gradualmente occupato l'invaso, ma le opere esterne di completamento al sistema difensivo del fronte bastionato, non furono mai eseguite nella forma e nella successione che la elaboratissima tecnica del tempo suggeriva.
 Frutto di quell’Umanesimo che mise l’uomo al centro dell’universo, Terra del Sole rappresenta un raro tentativo di realizzare la "città ideale" vagheggiata dagli uomini del Rinascimento.